Mindfulness: cos’è e come funziona

Mindfulness significa consapevolezza. Nello specifico consapevolezza di sé e della realtà. Uno stato che è possibile raggiungere mediante le tecniche di meditazione, molte delle quali derivano dal buddhismo. Secondo numerosi studi, la pratica della mindfulness aiuta gli individui a mantenere il controllo delle proprie emozioni e pensieri negativi, spesso causa di sofferenza. I risultati incoraggianti e le potenzialità della mindfulness, spiegano il successo e la diffusione di questa disciplina anche in ambito medico-terapeutico. Ma a cosa serve la mindfulness e quali sono le possibili applicazioni cliniche?

Mindfulness: definizione

Tra le tante definizioni della mindfulness quella di Jon Kabat-Zinn, tra i massimi esponenti di questo approccio, è la più esauriente ed esplicativa. “Prestare attenzione con intenzione, al momento presente, in modo non giudicante”. Essere consapevoli dei nostri pensieri, delle nostre percezioni ed emozioni, momento per momento (qui ed ora), vuol dire diventare padroni della nostra mente. Ciò consente di gestire efficientemente emozioni e pensieri.

A cosa serve la mindfulness?

Come anticipato, l’obiettivo della mindfulness è il raggiungimento di uno stato di consapevolezza di sé, delle proprie emozioni e dei propri pensieri, “qui ed ora”. Si è vigili ma distaccati e l’analisi di se stessi e della realtà che ci circonda è affrontata in modo non giudicante. Il distacco è fondamentale per far sì che si riesca ad accettare se stessi, la realtà interna (emozioni, pensieri etc) ed esterna. Pensieri negativi, malessere psicologico e disagi sono infatti provocati spesso dalla nostra tendenza a giudicarci e criticarci per quanto ci accade. In periodi particolarmente difficili e stressanti, capita di perdere il centro e di cadere nella disperazione. Grazie al distacco e alla consapevolezza che si può raggiungere con la pratica della mindfulness, è possibile restare centrati e gestire lo stress ed i sentimenti negativi. Lo stato emotivo del soggetto migliora significamente. Ed è per tale motivo che la mindfulness viene spesso integrata nei trattamenti medici tradizionali.

Come funziona la mindfulness?

A questo punto ti starai chiedendo come funziona la mindfulness e come può cambiare la tua vita. Per rispondere in modo completo a questa domanda, in realtà non basterebbe un singolo post. In estrema sintesi, la mindfulness aiuta a lasciar andare i pensieri e le preoccupazioni che non sono finalizzati a qualcosa ossia che non ci portano ad agire. Volendo fare un esempio: supponiamo che tu sia un/una cantante e debba esibirti. Preoccuparti in modo eccessivo per il concerto innescherà ansia e panico mettendo così in rischio la qualità della tua performance. Altro aspetto interessante della mindfulness è che aiuta a vivere nel momento presente. Quante volte sei vittima del passato e/o del futuro? Molto spesso non apprezziamo ciò che viviamo perché “la nostra testa è altrove”. Ora puoi ben capire la potenza  del “qui ed ora” e della consapevolezza di sé e della realtà.

In conclusione la mindfulness aiuta a vivere meglio.

Mindfulness e terapia cognitiva

La stretta correlazione che c’è tra la mindfulness e la terapia cognitiva, si deve al biologo americano Jon Kabat-Zinn che nel 1979 fondò la Stress Reduction Clinic e sviluppò il suo programma (MBSR) per la riduzione dello Stress e per il rilassamento. Kabat-Zinn introdusse la pratica della mindfulness negli ospedali e nelle cliniche per alleviare lo stress e la sofferenza dei pazienti terminali ed affetti da dolore cronico. Tra le applicazioni derivate del programma c’è la Mindfulness Based Cognitive Therapy, ad oggi il protocollo più diffuso ed efficace per i pazienti che soffrono di depressione maggiore e disturbi d’ansia. Il percorso prevede la trasformazione dei pensieri, delle emozioni e delle sensazioni che si attivano in modo automatico nei periodi depressivi e durante gli attacchi di ansia e panico. Grazie al supporto di una/o psicoterapeuta specializzato in questi disturbi e alla meditazione mindfulness, il paziente impara ad avere una relazione sana con i suoi pensieri, emozioni e sensazioni fisiche, disattivando così i pensieri che alimentano il circolo vizioso della depressione, dell’ansia e del panico.


Dott.ssa Katia Buonanno
Psicologa Psicoterapeuta

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